martedì 8 marzo 2022

God & Devil : Sin & Absolution

Era li, sul terrazzo di casa, in una calda notte di luna piena
Il panorama mozzava il fiato, luci e neon che si illuminavano senza una regola, danzando insieme al vento e percorrendo chilometri e chilometri di asfalto. Salendo sugli edifizi innalzando il loro dominio e colorando le note di una notte che aveva ancora molto da raccontare
La stava aspettando, ma non sapeva se sarebbe arrivata
Lo sperava, ma non ne era completamente sicuro

Preso un calice di Vino Rosso, fresco perchè conservato a bassa temperatura, e si accese una sigaretta. Aspirò il fumo che si dissolse poi tra i rivoli della notte, nel proprio silenzio, musica regolata solo dai suoni della città che dissimulavano poi la frenetica vita notturna
Lui le aveva lasciato le chiavi. Se ne avesse avuto bisogno, non aveva nè da chiedere nè da attendere.
Fu un gesto spontaneo, silenzioso, non dettato da un motivo razionale (quando mai aveva fatto qualcosa di razionale nella sua vita ?) ma intrinseco di mille significati mai espressi. Sguardi, contatti, suoni e musica

Non credeva sarebbe venuta, ma lo desiderava ... La desiderava
Quel suo corpo, le sue curve sinuose e delicate che accompagnavano i profili dei suoi fianchi, dei suoi seni, del suo fondoschiena lo facevano viaggiare con l'immaginazione
E quei desideri, quei sogni, molte notti gli bagnavano i boxer

Lei arrivò. Inserì la chiave nella serratura e la girò con un delicato rumore. Aprì la porta e se la richiuse alle proprie spalle. Rimase immobile un istante, adattando la sua vista all'oscurità che regnava nella casa, abituando i suoi occhi a vedere quello che la luce non illuminava. Lui era fuori, sul terrazzo, e probabilmetne stava sorseggiando un bicchiere di vino
Non diede a vedere che l'aveva sentita entrare anche se quel suo atteggiamento così misterioso e apparentemente distaccato la incuriosiva non poco
Si chiese il perchè era in quel momento in quella casa. Cosa era venuta a fare ?
Preferì non darsi risposte e lasciare che la serata e la notte da cui voleva farsi inghiottire rispondessero al suo posto
Posò la borsa sul tavolo, si prese un calice e si versò anche lei del vino
Poi andò da lui e si avvicino al suo fianco, ma prima di farlo, lo abbraccio da dietro stando attenta a non far cadere il calice che aveva in mano
Il suo respiro, i muscoli del petto che si tiravano, le natiche che si drizzavano erano la risposta a quel contatto. Silenzio, prima di rompere l'atmosfera e dar voce ai mille pensieri che aveva per la testa
Si girò e la fissò dritta negli occhi per un istante, prima che lei si spostasse al suo fianco e sorridendo, gli accarezzò il viso con le mani e avvicinandosi al suo viso, gli soffio sull'orecchio
A quel gesto lui si irrigidì, come se fosse appena stato colpito da una violenta scossa
La guardò. I suoi occhi, verdi come il mare al largo riflettevano i colori della luna. A volte chiari, a volte scuri, a volte come l'ambra e l'olio. Lui la strinse a se, appoggiandole le mani sui morbidi fianchi, giocando con le pieghe del vestito che le cadeva perfettamente delineando ogni centimetro del suo corpo. Poteva sentire i seni premere contro il suo petto, il suo pene gonfio e turgido spingere contro il suo bacino, incuneandosi tra le gambe leggermente divaricate, il suo profumo delicato come una Signorina ...

Nessuno ancora aveva proferito parola. Probabilmente non serviva, o forse semplicemente non era necessario in una notte magica che portava con se tantissimi interrogativi, ma anche tante risposte. E le migliori, erano quelle non dette, quelle non pronunciate. 
Lui la abbracciò, forte, stretta, premeva contro di lei e voleva che lo sentisse, che percepisse tutto il suo desiderio. Il suo profumo muschiato si insinuava nelle sue narici inebriandola. Reclinò la testa all'indietro, scoprendo e dando piena libertà del suo collo che lui non perse tempo e cominciò a baciare. Dapprima un bacio leggero, quasi appoggiato, un lieve sussurro mischiato a delle carezze improvvise che con la lingua disegnava, poi sempre più audace, amplificando il desiderio, muovendosi ed aiutandosi con le mani che le cingevano il viso guidandola nei suoi movimenti. Baci audaci, rubati ad una notte silenziosa, baci frenetici, carichi di passione e desiderosi di assaporare ogni centimetro di quella pelle, di quel corpo. Lei si lasciò inebriare da quel connubio di emozioni, di sensazioni, si lasciò guidare dai suoi baci e dalle sue carezze, stringendolo a se e affondando le mani nelle sue natiche, possenti, rigide, cariche di tutta la passione ed intensità che il suo corpo sapeva risvegliare

Poi la baciò. Le prese il viso tra le mani e accompagnandolo a se, lo cinse e ne baciò le calde labbra di lei che non aspettavano altre. Fu un bacio leggero, inizialmente, delicato. Due labbra che si toccavano per la prima volta, che davano spazio alla passione di due corpi, sino a quando lo stesso bacio non diventò più sfrontato, audace, tendenzioso ed eccitante. La lingua si fece spazio nella sua bocca, scandagliava, si muoveva, esplorava ogni anfratto e ne succhiava il gusto. Nessuna remora, nessuna pudicizia, solo una passione insana che si alimentava ogni istante sempre di più, infiammandone i corpi, accendendo micce che ardevano e si bruciavano come neve al sole
Quel bacio le sembrò durare una eternità, ma le fece vibrare ogni singola cellula del suo corpo
Poi lui si staccò, e sempre mantenendo il contatto visivo, le fu dietro. Le cinse la vita con le sue mani, e adagiò il suo viso nell'incavo della sua spalla. In silenzio, si misero ad osservare la notte. Il respiro lento e regolare scandagliava i loro pensieri. Le mani cominciarono a salire, lentamente, sino a soffermarsi sui suoi seni che vennero stuzzicati e pizzicati. Mise le mani a coppa direttamente e premette il suo bacino contro le natiche di lei. Voleva farle sentire il suo desiderio, voleva che sentisse il suo membro turgido e caldo, pronto ad entrare dentro di lei per fondersi completamente in un unico corpo. Quel contatto la fece ansimare. Poi, lentamente, la mano destra cominiciò a scendere andandosi a cercare spazio sotto la sua gonna. Risalendo dalla coscia sino alle sue mutandine, completamente bagnate e umide del suo umore. Ci giocò e poi, con il pollice e l'indice, ne sollevò il lembo per essere a diretto contatto con il suo sesso. A quel punto lei ricacciò la testa all'indietro e si fece sfuggire un gemito. Lui la tastò, la toccò, sentendola bagnata (gli piacque quella sensazione) e con le mani cominciò ad entrare sempre pià in profondità nella sua intimità. L'indice giocava con il suo sesso, il pollice disegnava piccoli cerchi alla base della vagina. Anche l'altra mano si stacco e lei lo perse dal suo radar. Si stava accucciando per essere, con il suo viso, all'altezza della sua fica calda e umida. Scendendo slacciò la gonna e la fece scivolare ai suoi piedi. Con la testa in mezzo alle sue gambe ancora fasciate dalle mutandine, le slacciò e le ripiegò alla base dei suoi piedi. Ora era parzialmente nuda, la sua intimità a diretto contatto con lui. Mise le mani alla base della vagina e delicatamente le aprì le labbra. Poi affondo come un ingordo avido affamato essere umano dentro di lei con la sua lingua. Cominciò a succhiare, a tirare con i denti, a mordere delicatamente sempre senza farle del male. Si lasciò inebriare da quel suo sapore misto acido e continuò a leccarla. Ogni centimetro, ogni cellula di quella sua perfetta opera d'arte ero vittima dei colpi della sua lingua. Sentì l'orgasmo arrivare come un esercito in guerriglia, le gambe cominciarono a tremarle, il respiro si fece sempre più affannoso. Credeva che da un momento all'altra sarebbe crollata vittima di una violenta e travolgente passione che la stava sfiancando. Lo sentì arrivara pulsando contro di lei, percorrendole ogni centimetro del corpo e concnetrandosi nella parte più vulnerabile ora completamente alla merce della sua lingua. Irruppe in maniera violenta, dilaniandole il corpo e facendola sussultare. Lui se ne accorse e premette le sua mani con più forza sulle sue natiche, quasi a volerla sorreggere se si fosse accasciata dalla troppa veemenza, e con la lingua continuò a solleticarla sino a quando, come un fiume rompe gli argini, l'orgasmo la travolse e lui ne fu ricolmo. Succhò con avidità, brandendo ogni pezzetto di carne, solleticando la vagina sino a non perdere nemmeno una goccia di quel suo nettare possente e dolciastro. Poi, quando ebbe finito, quando anche l'ultima goccia era stata spremuta e bevuta, si alzo e, prendendola per mano, la condusse in camera.

La adagiò sul letto e si distese al suo fianco. Fece leva sul gomito e la guardo. Lei rimase un istante in silenzio, lasciandosi inebriare ancora dalla sensazione precedente del violente e travolgente orgasmo poi, con calma, si voltò verso di lui e anche lei si mise a guardarlo. Sorrisero, lei accarezzò il naso e poi si mise a cavalcioni sopra di lui. Gli mise le mani dietro la testa, poi gli accarezzò il petto avvolto dalla camicia con i bottoni slacciati. Giocò con lui con movenze sensuali e leggiadre poi, una volta che ebbe terminato, cominiciò uno ad uno a slacciargli i bottoni della camicia sino a quando non ebbe completamente accesso al suo possente petto nudo davanti a se. Avvicinò la sua bocca ai capezzoli, e cominicio a soffiarci sopra. Lui si irrigidì. Gliene prese uno in bocca, cominciando a solleticarlo sapientemente con la lingua e con i denti. Leggeri morsi, piccoli, innocui, mentre con la mano si dilettava a giocare con l'altro. Lo prese, cominciò a succhiarlo, ingoiandolo completamente e rilasciandolo quando lo tirava a se. Gli prese le mani e le intrecciò alle sue e, sempre a cavalcioni su di lui, salì dal petto al collo, all'incavo della spalla, baciando il gomito e rilasendo lungo le sue braccia. Per arrivare poi al suo viso, dove gli depositò tiepidi baci sulla fronte e sulla guncia, sino ad agguantare le sue labbra in un bacio impetuoso. Lui rispose immediatamente a quel folle desiderio di possesso sondando con la lingua ogni anfratto della sua bocca. Si avventò su quelle calda labbra che rilasciavano una freschezza ed un profumo inebriante, agguantò la sua lingua e la mordicchiò, respirando a fatica per l'adrenalina che si alimentava in circolo nel suo corpo. Le sue mani erano sempre prigioniere, ma si mosse con il bacino e premette l'inguine contro il suo sesso facendole sentire il pressante desiderio.Gli liberò le mani, e sempre sopra di lui, accarezzò il suo petto assegnandoli piccoli baci. Cominciò a scendere. I pettorali, i fianchi, la pancia, sino ad essere ad un passo dal suo cazzo. Gli slacciò i pantaloni, insinuando la sua mano dentro i boxer e avendo il mero contatto con il suo sesso pulsante. Lo prese in mano, agguantandolo, premendo e lasciandosi inebriare dai suoi gemiti. Poi, delicatamente, dopo avergli completamente levato i pantaloni, si avvicinò con la bocca al suo sesso cominciando a rilasciare piccoli baci sulla punta, sul glande, e stuzzicandolo con la lingua. Piacere estremo sentire i gemiti di lui che la guidava sui movimenti da compiere tirandole i capelli da una parte, o tenendo la testa sopra il suo cazzo e premendola contro di se. Questo stillicidio ebbe fine quando lo prese completamente in bocca. Tutto, sino alla fine. A quel punto lui si abbandonò completamente a quel piacere inebriante riversando la testa all'indietro e lasciandole la testa. Lei si muoveva con grazia, delicatamente, scandagliando con la lingua ogni centimetro del suo pene turgido e duro come una barra di metallo. Lo succhiò con avidità, ingoiandolo sino all'estremo e rilasciandolo poi con un colpo secco, per poi riaverlo dentro la sua bocca che si agitava su e giù ad un ritmo sempre più frenetico. Lo eccitava, lo portava sulla vetta del piacere per poi rispedirlo giù, completamente alla sua mercè. Le piaceva questo suo totale abbandono, e amava ancora di più i colpi del bacino che le premevano ancora più in profondità il cazzo bello eretto. Continuò a succhiarlo sino a quando senti il membro irrigidirsi pronto a rilasciare l'orgasmi liberatorio. Lui lo sentì e inarcò la schiena con un mugugno. A quel punto lei si preparò a ciò che stava per sopraggiungere. Eruppe lo sperma con spruzzi violenti che le riempirono la bocca. Bevve avidamente quel nettare caldo e denso volta dopo volta, senza perdere nessuna stilla e adeguando il suo succhio alle pareti morbide e bagnate del pene dentro di lei. Continuò a succhiare quelle gocce sino a quando non lo svuotò completamente. Tergiversò ancora un pò sulla punta, sul glande con sapienti colpi della sua lingua e poi, ancora pregna del suo sapore, si avvicinò a lui e lo bacio. Quelle calde labbra riportavano il suo odore, la sua essenza. Condivise il suo stesso seme lingua contro lingua e labbra contro labbra. Esplorò le cavità della sua bocca riversando parte del suo essere uomo su di lui e con lui. E lui la accolse, avvinghiandosi a lei con le mani che le cingevano i fianchi e premendo l'inguine oramai ritrattosi da quella folle devastazione che lo aveva portato a riempirla completamente di se. Si stesero uno di fianco all'altro, ascoltando solo il proprio respiro affannoso che lentamente portava a calmarsi e assaporando ogni istante di quell'inebriante piacere.

"Sei bellissima" le disse, "e ti ringrazio per questo orgasmo spettacolare ... Dio che sublime sensazione. Ancora ... Ne voglio ancora. Non sono mai sazio di te e del tuo profumo"
Lei si rizzò a quelle parole e appoggiando il viso sopra il suo petto, stuzzicandolo con una mano che giocava con il profilo del suo volto gli rispose "E' stato stupendo sentirti e portarti al culmine del piacere. Ho ancora il sapore del tuo seme su di me ..." Si accarezzò le labbra con la lingua "e ne voglio ancora ... Ho fame di te e non mi fermerò adesso" ...