lunedì 28 ottobre 2013

Il Misantropo Di Molière


















Credo non ci sia bisogno di perdersi in tanti giri di parole o commenti
Il Misantropo di Molière è una commedia che parla da se
Risvolti autobiografici ci dischiudono un personaggio che parla con la sua voce per mano dell'autore e grida il suo disappunto verso una società che non lo rappresenta e che combatte

Non so come andrà a finire, non so se ci saranno risvolti in corso d'opera ma forse, e ribadisco il FORSE, potrebbe essere il pezzo che porterò al 'Saggio' finale del IV anno dell'Arabesque ... sempre se ci sarà

Alceste contro Celimene / Moliere contro la Società Francese
Perchè ho scelto proprio questeo testo ?
Mah ... Beh, fondamentalmente (e vi prego di non mettervi a ridere) perchè nel film 'Il Tempo delle Mele 3 : L'Etudiante' c'è una conversazione tra Sophie Marceau e il protagonista proprio sul Misantropo
Lei (Sophie) è una insegnate della Sorbona e lui (Vincent Lindon) un musicista che si innamora di lei
In una cena discutono e ... Il Misantropo di Molière fa la sua comparsa

Non chiedetemi perchè o per cosa, sta di fatto che mi è sempre rimasto impresso e quando ne ho avuto l'occasione l'ho approfondito
La figura di Alceste mi piace moltissimo, forse perchè la 'sento' personalmente molto vicina a me
Comunque per adesso siamo allo 'studio', in tutti i sensi
Del personaggio, del testo, della storia ... Insomma, stiamo cominciando or ora e vediamo come andrà

Certo, sarebbe una grandissima soddisfazione riuscire a portarne anche solo una piccola parte in scena, specie poi, se la mia Celimene fosse .... Mistero .. E comunque si, proprio Lei !
Un bacio ragazzi

sabato 26 ottobre 2013

Roccia ... E Vetro














Quando hai 9 anni, credi che il mondo e la vita siano tutti per te
Il cielo è il tuo lasciapassare per scovare il sole dietro le nubi, la pioggia la tua acqua che ti fa sguazzare tra i monti e le barriere dei sogni
Quando hai 9 anni, parole come Odio Vendetta e Rancore non fanno ancora parte del tuo vocabolario
E quando hai 9 anni, pensi che non ne faranno MAI parte
Hai il sorriso stampato sulle labbra, le tue manine cercano quelle dei tuoi amici e dei tuoi genitori, le tue parole sono ancora sature del buon latte e dei CornFlakes della prima colazione mattutina insieme al vasetto di marmellata
Quando hai 9 anni, vivi il presente attimo dopo attimo, come in un sogno
Ma poi ...

Ma poi succede qualcosa che spezza l'incantesimo dei tuoi genuini 9 anni
Quando hai 9 anni, e ti uccidono il Babbo e la Mamma davanti agli occhi, tutto questo non ha più senso !
Sei ancora piccola per capire, eppure la tua mente comincia a mettersi in moto con più frenesia dei bambini della tua età, comincia ad elaborare progetti e coniare parole ed espressioni che non appartengono al lessico di una bimba di 9 anni
Il cielo non è più azzurro, il sole non risplende più
Non ci sono le belle parole, non ci sono le colazioni la mattina, non ci sono sorrisi e manine prese per mano
Quando hai 9 anni, e ti uccidono i genitori davanti agli occhi, una sola parola prende forma dentro di te e rimbomba con un frastuono assordante : VENDETTA

Ma se hai 9 anni, e vuoi UCCIDERE perchè hai visto UCCIDERE, devi aspettare
Devi aspettare di crescere, devi diventare 'grande', devi avere la padronanza ed il controllo di te, della tua persona, della tua vita, dei tuoi progetti e delle tue parole
Devi cominciare a capire quello che vedi e quello che ti circonda
Chi sono le persone di cui ti puoi fidare e quelle invece di cui non puoi farlo
Devi centellinare le parole, devi stare attenta a quello che dici ed a come lo dici
Devi scrutare, osservare, digitalizzare e aspettare ... Pazientemente devi saper aspettare !

Gli anni passano e i tuoi 9 anni non sono che un ricordo
Ma non puoi scendere a compromessi, non puoi concederti emozionio o sentimenti
Quando sei un Killer i sentimeni non abitano in te
Ecco che i tuoi 9 anni sono come una fotografia sbiadita dal tempo
La tieni nel cassetto, dentro ad un libro che non apri mai perchè sai che se così fosse, ritorneresti la bambina di un tempo, con i tuoi sogni, il tuo candore e il tuo amore per il mondo
Quando hai 9 anni tutto questo è normale
Quando cresci, quando non hai più 9 anni, tutto questo è solo una chimera

Aspetti, lentamente e con molta pazienza
Acquisisci informazioni, studi, leggi, osservi e disegni
Tutto ha una sua logica nella tua testa che comincia a dischiudere nuove prospettive
Ma c'è l'agguato dietro l'angolo
C'è il rischio che tu ti possa innamorare di qualcuno, che i tuoi sentimenti rivendichino la loro forza e vogliano uscire dalla gabbia per cui per troppo tempo sono stati incatenati
Questo è un rischio, è una anomalia del sistema che è dentro di te
Se hai 9 anni non hai problemi
Se non hai 9 anni questo potrebbe essere un Virus in grado di compromettere tutta l'operazione

Continuiamo ?

lunedì 7 ottobre 2013

Corteggiando - Piacenza - 04 & 05 Ottobre 2013


















Noi c'eravamo, anche questa volta, anche quest'anno
Qui : Corteggiando 2013
Che dire ?
Beh ... A parte il non rientrare nella rosa dei primi 3 Classificati (e ci sarebbe comunque da aprire un discorso a parte sul METRO di misura utilizzato dalla Giuria in Sala ...), devo dire che siamo stati : BRAVISSIMI ! Con la B Maiuscola !
Un perfetto connubio di gestione dello spazio scenico, spessore dei personaggi e iterazione tra gli stessi
La nostra performance è stata davvero notevole, a detta degli 'altri' che l'hanno vista !
Non c'è che dire ... Stiamo crescendo e stiamo migliorando
Il testo, Sganarello / Cornuto Immaginario di Molière è stato nuovamente rivisitato da noi, questa volta con un piede sull'accelleratore. Da qui il titolo : Sganarello in FF (Fast Forward)
In 15 minuti, tetto massimo di tempo per non essere squalificati dalla manifestazione, siamo riusciti a condensare il tutto senza perdere verve dello stesso e ironia, attribuendo al tutto una nuova (e piacevole) chiave di lettura
La settimana è stata pesante, parlo per me ovviamente, tra prove, inizio del corso di Teatro Arabesque, prove e memoria. Senza parlare del lavoro naturalmente.
Per partire alle 11.00 circa da Lucca arrivando in quel di Piacenza con un tempo che non era per nulla invitante, tra grigio, freddo e pseudo pioggia. Il classico aperitivo al famoso Bar (di cui non ricordo neanche il nome ...) e poi in teatro per effettuare prove e conoscere gli altri partecipanti.
Arrivando all'01.00 di notte per (RI)partire alla volta di Lucca, fermandosi per una pausa 'Culinaria' al solito Marameo e arrivando a destinazione, tra un viaggio all'insegna della pioggia e della nebbia, alle 05.00
Che dire ? Una bella ... BOTTA !
Comuqnue sia ne è valsa la pena ... Il teatro non ammette deroghe, richiede sacrifici ma regala moltissime soddisfazioni ... La bellezza di stare sul Palcoscenico non ha prezzo ! Non si spiega a parole ...
Il teatro bisogna VIVERLO

Un doveroso GRAZIE al mio collega di teatro PAOLO Sechi che, pur non essendo Piacenza dietro l'angolo, ci ha aiutati nella gestione tecnica Audio - Video anche questa volta, permettendoci di realizzare questo spettacolo che, senza di lui, sarebbe stato difficile gestire.
Un grazie quindi CON IL CUORE da tutti GliAvanzati !

Non posso che lasciare adesso la parola al mitico Paolo Sechi che, in classico stile 'Paolo Sechi', ha steso il suo resoconto della bellissima serata
Un grazie ulteriore per queste perle di arte letteraria che ogni volta ci regala
A voi la lettura



Corteggiando Piacenza
Paolo Sechi

Non tutti sanno che a Piacenza viene organizzata annualmente una rassegna di corti teatrali, una due giorni in cui sul profondo ma stretto palco di un teatro ricavato da una chiesa si avvicendano perle teatrali comiche e drammatiche, originali o d'autore, verosimili o surrealiste, tutte accomunate da un solo elemento: la durata. Guai a sforare oltre i quindici minuti!
Compagnie provenienti da tutta Italia, dalla relativamente vicina Milano fino alla oggettivamente distante Sicilia gruppi di attori delle più disparate realtà amatoriali giungono per sfidarsi in quarti d'ora di battute e controbattute. A questa sfida partecipa tra le altre la compagnia degli Avanzati, che quest'anno ha deciso di aggiungere sfida alla sfida: reduci dal successo di Sant'Andrea di Compito e di Barga, hanno deciso di riproporre il loro cavallo di battaglia “Sganarello, o il cornuto immaginario”, e da qui si apre la prima sfida: ridurre una commedia che dura circa un'ora a soli quindici minuti. Per farlo avrebbero dovuto premere sull'acceleratore, schiacciare continuamente il tasto del fast forward. Letteralmente. “Sganarello in fast forward” è il risultato di tale necessità, la commedia di Moliere presentata come se fosse su un nastro che viene riavvolto o mandato avanti a discrezione del copione e del suo esecutore tecnico, l'assistente alla regia, che però mancava. Dato che gli attori erano in scena, serviva qualcuno che armeggiasse con l'impianto audio, ma chi poteva assumersi questo compito? Serviva una persona di grande esperienza e finissima abilità. Non la trovarono così ripiegarono su di me. Dopo una prova insieme per capire quando, dove e come far partire la musica, ci demmo appuntamento per sabato 5 ottobre: destinazione Piacenza.
Alla sonnacchiosa alba di un sabato mattina (in realtà erano le 11:00, ma se lo dicevo facevo molta meno scena) tre vetture si incamminano alla volta di Piacenza. Un viaggio di due ore o poco più, una sosta all'Autogrill per un panino e di nuovo in viaggio tra sorpassi, contro sorpassi, inversioni ad U, inseguimenti con la stradale, okay forse qualcosina mi sto inventando. Finito il viaggio e sistemati i bagagli in albergo, si parte alla volta del teatro: si tratta di una vecchia chiesa ristrutturata, con un palco ricavato nella parte dell'ingresso e la postazione della regia nella parte opposta, dove un tempo era il presbiterio, appollaiata in cima alle gradinate. Sulle pareti laterali sono appesi i ritratti di divi del cinema(!) americano (!), tra cui uno smagliante Humphrey Bogart che accogli gli spettatori. Dietro di lui, in fondo alla navata, un juke box squadrato si staglia davanti alle tende che, con sobrietà, nascondo l'ingresso alla toilette. A fianco al palco, una scala porta ai camerini, anch'essi dal sapore hollywoodiano: un solo spazio con divisori, con moquette sul pavimento, guida rossa in terra, specchiere lungo il muro, un microonde (stavolta non me lo sto inventando!), un piccolo lavandino, ed un appendi abiti per i costumi ed i vestiti. Tempo per ammirare il tutto ce n'è più che in abbondanza, ma non c'è la testa: i pensieri corrono alla sola mezzora di prova che l'organizzazione concede per gruppo. Giusto il tempo di sistemare le entrate  e  le uscite, regolare le luci, piazzare nastri adesivi a terra per segnare posizioni di cose e persone.
Esaurito il tempo di prova, decidiamo di portare l'ansia per lo spettacolo a fare un giro per le strade di Piacenza. Esiste un posto, un locale, seminascosto tra vie e viuzze, in cui, spendendo una cifra modica, si può mettere insieme qualcosa di simile ad una cena. Si tratta di un locale a buffet che sforna a getto continuo tramezzini, insalate di riso, snack e quant'altro. La sola cosa da ordinare (e da pagare, quindi) è il beveraggio. Ligi alla tradizione e al buon senso che vuole che prima di uno spettacolo ci si tenga leggeri, pensiamo bene di abbuffarci. Del resto quando ricapita l'occasione di mangiare gratis bocconcini di pollo al curry? Trascorriamo nel sollazzo e nello svago un'oretta, poi, appressandosi l'ora della riunione delle compagnie, ci incamminiamo verso il teatro. Fuori è umido e freddo, dentro la temperatura sale per la crescente e febbrile attività di tutti: chi cerca costumi, chi vuole sapere la scaletta, chi va a truccarsi. Le compagnie che si esibiscono quella sera sono otto, Sganarello è quarto, ultimo del primo tempo. Momenti di tensione crescente mentre a poco a poco gli attori spariscono nei camerini ed il pubblico comincia a rinfoltirsi in platea. Mentre gli ultimi ritardatari entrano, il comitato organizzatore sale sul palco e segna ufficialmente l'inizio della seconda serata di “Corteggiando”. Apre le danze un diverbio teatrale tra un operatore bancario ed una donna delle pulizia romagnola sul miglior investimento dei risparmi di una donna, segue una rivisitazione nostrana e parodistica di “Salvate il soldato Ryan” che fa da spunto ad una riflessione semiseria sul teatro amatoriale. Un monologo sulla mafia è il terzo in scaletta, poi tocca a noi. Quando il monologhista termina, mi porto alla postazione di regia e ne ammiro nuovamente la disposizione delle apparecchiature: davanti a me la consolle di controllo del volume del sonoro, alla mia sinistra la colossale consolle di controllo delle luci, alla mia destra il lettore CD, sempre alla mia destra ma dietro di me la pulsantiera che aziona il movimento del sipario. Parte la commedia: Sganarello si articola con una vivacità che in nulla è stata inficiata dalla compressione nel quarto d'ora, tuttavia non posso seguire del tutto ciò che avviene sul palco, in quanto i miei occhi scorrono dai tasti sparsi ovunque al copione. Si arriva al momento culminante: il palco impiega tre secondi a chiudersi, la musica dura venti. Se voglio far coincidere le due chiusure, devo premere il tasto a diciasette secondi, ma la gente inizia ad applaudire! Io non riesco a sentire la musica, Lorenzo in scena nemmeno. Intanto il tempo sul lettore CD scorre. 14. 15. Lorenzo corre in posizione di chiusura. 16. 17. Premo il tasto. Chiusura. Buio. Applausi.
Senza neanche sforzarmi di nascondere un palese sollievo riprendo le mie carabattole e scendo dalla postazione di regia, abbarbicata là dove osano le aquile, e mi dirigo nei camerini per condividere la soddisfazione di uno spettacolo fatto e fatto bene. Ora non resta che attendere la fine delle esibizioni ed il verdetto della giuria. Dopo un'altra carrellata di pezzi metafisici con bara in scena, in dialetto siculo ambientati in un campo santo (giusto per rimanere in tema), sketch di Campanile e deliri di don Chisciotte si arriva al momento del verdetto. I giudici si ritirano, gli organizzatori ringraziano, gli attori fremono, la tensione incrementa, i giudici escono, il silenzio scende in platea. Il terzo posto va a duna compagnia esibitasi il giorno prima, il secondo la monologhista che ha tuonato contro la mafia. Sale sul gradino più alto del podio...la compagnia che ha portato in scena Campanile. Con un po' di delusione, perché in fondo la speranza di vincere c'è sempre, riprendiamo la roba e lasciamo il teatro, alla volta della cena organizzata (ma non offerta) dall'organizzazione. Antonio ed io non possiamo partecipare, in quanto, non fermandoci per la notte, ci aspetta il lungo viaggio di ritorno. Viaggio in cui ammetto di non essere stato granché di compagnia visto che per due volte l'abbiocco folgorante ha avuto ragione di me e delle mie buone intenzioni di rimanere sveglio. Tornati in Toscana coroniamo l'esperienza nel sacrario lucchese di ogni spettacolo teatrale, il luogo dove ogni attore amatoriale, dopo lo spettacolo, va a rendere grazie: il Mara Meo di Lammari. Sono le quattro di mattina, e nel locale semideserto, davanti ad una pizza fumante solleviamo i nostri bicchieri di chinotto (le birre, dopo le tre, non le servono anche se hai più di cento anni): agli Avanzati!

Antonio aggiunge ...
Raga che botta ! Alle 05 a dormire, e sveglia l'indomani alle 08