venerdì 10 giugno 2011

Impeto



A cosa serve essere gentili quando gli altri urlano e sbraitano
A cosa serve essere premurosi quando gli altri non si curano che di loro stessi
A cosa serve ...

Continuamente in un fuoco incrociato, dove parole e impeti si sprecano
Loro, i 'perbene' di una città maledetta che mi ha causato più dolore che gioia
Con i loro occhi scrutano e giudicano, indicano e condannano

Nelle loro parole tutto lo squallore di una ipocrisia che viscida si insinua nelle ossa come un cancro
Ti muovi in un labirinto di intrighi, giudizi, falsità e violenza
Ma a che pro ?

Guardarti attorno non porta nessun giovamente
L'essenza dell'uomo, la sua natura, la più bieca viene alla luce come il sole all'alba
Nasce, scaturisce, esplode ...

Saranno inghiottiti dalle loro stesse menzogne
Avranno l'ira dell'Altissimo scagliata come una saetta impazzita nelle loro vita
Nessuna pietà, nessuna gentilezza, nessuna seconda chance ...

Bruciate tra le fiamme dell'inferno
Ridete dei vostri trofei, rieccheggia l'eco della vostra maledizione
Alla fine ... Tutto, un giorno ... L'inizio di una nuova vita

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